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      ... — rispose Meg con petulanza. — Se John non sa veramente nulla di questa faccenda, non gli dir nulla e fai in modo che Laurie e Jo stiano zitti. Non voglio esser ingannata e derisa e passar per burattina.... o anche peggio! È una vera vergogna!
      Vedendo che Meg, generalmente di carattere così dolce e pieghevole, era così irritata ed inquieta per questo scherzo di cattivo genere, la signora March fece di tutto per calmarla, promettendole il più assoluto silenzio e la massima discrezione. Appena si udirono nell’anticamera i passi di Laurie, Meg si nascose nello studio e la signora March ricevette sola il colpevole. Si udì per circa una mezz’ora un mormorio di voci, ora basse, ora concitate, ma quello che successe durante il colloquio non fu raccontato mai ad alcuno.
      Quando le ragazze vennero chiamate dalla madre esse trovarono Laurie che le stava vicino con una aria così compunta e vergognosa che Jo in cuor suo gli perdonò immediatamente, ma non credette prudente di mostrarlo. Meg accolse dignitosamente le sue umili scuse e fu assai calmata dall’assicurazione formale che Brooke non sapeva nulla di tutta questa faccenda.
      — Non glielo dirò mai, te lo giuro; le peggiori torture non me lo strapperebbero di bocca; perdonami, Meg, sono pronto a far qualunque cosa per dimostrarti il mio pentimento — aggiunse Laurie con contrizione.
      — Farò il possibile, ma è stata davvero una cosa molto poco gentile e delicata. Non mi sarei mai aspettata che tu potessi essere così finto e malizioso — replicò Meg, cercando di nascondere la sua confusione sotto un’aria di gravità e di rimprovero.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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