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      — Perché no? È malato?
      — No, no, signorina, ma ha avuto una scenata col signorino che è in una delle sue cattive giornate e questo lo ha reso talmente furioso che non ho il coraggio di andare a picchiare alla porta.
      — Dov’è Laurie?
      — Chiuso in camera sua e non vuol rispondere a nessuno perché ho picchiato parecchie volte e non ha voluto aprire. Non so che cosa succederà del pranzo; è pronto già da qualche minuto e non e’è nessuno che voglia andare a tavola.
      — Andrò a vedere io che cosa è successo. Io non ho paura né dell’uno né dell’altro — e senz’altro salì le scale e batté replicatamente alla porta di Laurie.
      — Smetti di fare quel baccano, se no apro la porta e ti faccio smetter io — urlò il signorino in tono di minaccia.
      Senza por tempo in mezzo Jo ricominciò a picchiare con più violenza di prima; la porta si aprì con fracasso e prima che Laurie potesse riaversi della sorpresa, Jo si precipitò nella stanza. Vedendo che Laurie era veramente irritato, Jo, che lo conosceva a fondo e lo sapeva prendere, seppe dare alla sua faccia un’espressione umile e contrita e, cadendo artisticamente in ginocchio, disse umilmente: — Perdonami, ti prego, se sono stata così perversa. Sono venuta a far la pace e non posso in coscienza andar via finché non l’avremo fatta.
      — Benissimo, alzati e non far la cretina — fu la cavalleresca risposta.
      — Grazie, approfitterò del permesso. Posso domandare, se non è indiscreto, che cosa è successo? Non direi a occhio e croce che tu sia del miglior umore!
      — Sono stato sgridato e scosso come un ragazzo.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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