Le sue povere gambine, una volta così attive, erano diventate ora così deboli che Jo doveva prenderla nelle sue forti braccia per farle fare una passeggiatina per la casa. Meg con piacere bruciò ed annerì le sue ditina delicate cucinando dei piatti prelibati per la «cara piccina» ed Amy, schiava devota del suo anellino, celebrò il suo ritorno a casa col dar via tanti dei suoi tesori quanti ne vollero accettare le sorelle.
Il Natale si avvicinava ed i soliti misteri cominciarono a circolare per casa; Jo spesso spesso faceva andare in convulsioni di riso la famiglia, col proporre cose inaudite, grandi cerimonie in onore del Natale, che doveva esser quest’anno così allegro e felice. Anche Laurie era addirittura assurdo colle sue proposte; avrebbe desiderato dei fuochi di gioia, dei fuochi artificiali, degli archi di trionfo, ma, dopo molte piccole lotte, l’ambiziosa coppia dovette ritirarsi in buon ordine ed i due delusi se ne andarono girando con volti disperati, che erano però smentiti da grandi scoppi di risa ogni volta che si trovavano insieme.
Il tempo fu per alcuni giorni mite e bello e la giornata di Natale prometteva di essere splendida. Anna disse che se lo sentiva proprio nell’ossa che quel giorno doveva essere «una giornata grassa «e fu veramente profeta perché ogni cosa fu un vero successo.
Per cominciare il signor March scrisse che presto sarebbe stato fra loro; poi Beth quella mattina si sentiva meglio del solito e, vestita col regalo che le aveva fatto sua madre, una bella vestaglia rossa, fu portata da Jo in trionfo alla finestra per poter ammirare le offerte di Jo e di Laurie.
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