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      Non l’hai mica accettato? — gridò la zia March scandalizzata.
      — Zitta, che può sentire! Vado a chiamare la mamma — disse Meg, confusa ed imbarazzata.
      — Aspetta, voglio prima parlarti un po’ sul serio. Di’un po’, hai proprio intenzione di sposare quest’uomo? Perché, se lo sposi, non avrai mai da me neanche un soldo. Ricordatene bene e sii una volta ragionevole — disse la vecchia energicamente.
      La zia March conosceva alla perfezione l’arte di far ribellare anche le persone più dolci e buone e ci prendeva evidentemente giusto. Tutti abbiamo in noi una certa dose di spirito di contraddizione, specialmente quando si è giovani ed innamorati. Se la zia March avesse pregato Meg di accettare Brooke, essa avrebbe risposto molto probabilmente che non ci pensava nemmeno, ma avendole invece ordinato il contrario, Meg si credette in obbligo di accettarlo subito. Lo spirito di contraddizione, misto all’affetto latente che aveva per Brooke, le resero facile questo compito e, già eccitata, Meg rispose con grande spirito e risolutezza:
      — Sposerò chi mi pare, zia March, e lei può lasciare i suoi denari a chi le fa più piacere — disse scuotendo la testa con fermezza.
      — Oh, oh! Che arie son queste? È questo il modo di seguire i miei consigli? Se ne pentirà, signorina, un giorno, quando avrà provato che cosa sia l’amore in una capanna!
      — Si può trovare qualcosa assai peggiore nelle case ricche e grandi! — rispose Meg.
      La zia March si mise gli occhiali per dare una buona squadrata a Meg, perché non l’aveva mai vista a quel modo.


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Piccole donne
di Louisa May Alcott
pagine 280

   





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