Non t’aspettar nulla da me, sai, quando ti sposi; ti lascio agli amici del signor Brooke e me ne lavo le mani di te, per sempre — E la zia March, brontolando ed arrabbiata, se ne andò in gran furia. Colla partenza della vecchia signora anche tutto il coraggio di Meg parve andarsene; rimasta sola, essa non seppe più cosa fare, se piangere o ridere. Prima ancora però che potesse decidere, si trovò dinanzi il signor Brooke, che disse tutto di un fiato: — Non ho potuto fare a meno di udire tutto, Meg. Grazie per avermi difeso e grazie alla zia March per avermi dato la gioia di sentire che, dopo tutto, lei mi vuole un po’ di bene.
— Non sapevo quanto gliene volessi fino al momento in cui ha cominciato a calunniarlo! — rispose Meg.
— E.... posso dunque rimanere ed essere felice, cara?
Qui si presentava di nuovo l’opportunità di fare il suo discorsino e ritirarsi dignitosamente, ma Meg non ci pensò neanche e si disonorò per sempre agli occhi di Jo, mormorando sommessamente: — Sì, John — e nascondendo il volto nel soprabito del signor Brooke.
Quindici minuti dopo la partenza della zia March, Jo scese tranquillamente le scale, si fermò un momento alla porta e, non udendo alcun rumore, scosse la testa e sorrise con un’espressione soddisfatta, dicendo: — Ah! l’ha mandato via come s’era detto ed anche quest’affare è finito! Che bellezza! Ora andrò a sentire che cosa gli ha detto e gli farò una bella risata.
Ma la povera Jo non fece mai la sua bella risata perché uno spettacolo inaspettato la fece restare di sasso sulla soglia, colla bocca spalancata e gli occhi sgranati.
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