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      E a questa sì fatta genia potrebbero lievemente resistere i popoli, se volessero pure conoscere un solo istante la loro forza, poiché si troverebbero tuttavia mille contr'uno.
      E se tanta pur fosse la viltà degli oppressi, che colla forza aperta non ardissero affrontare questi loro oppressori, potrebbero anche facilmente con arte e doni corrompergli e comprarli; che quel loro valore sta per chi meglio lo paga. Ma da un sì fatto mezzo ne ridonderebbero in appresso più mali; tra cui non è il menomo, il ritrovarsi poscia fra il popolo una sì gran moltitudine d'enti, che soldati non potrebbero esser più, e che cittadini (ove anco il volessero) divenir non saprebbero.
      Vero è, che il popolo li teme e quindi gli odia; ma non gli odia pur mai quanto egli abborrisce il tiranno, e non quanto costoro sel meritano. Questa non è una delle più leggiere prove, che il popolo nella tirannide non ragiona, e non pensa: che se egli osservasse, che senza codesti soldati non potrebbe oramai più sussistere tiranno nessuno, gli abborrirebbe assai più; e da quest'odio estremo perverrebbe il popolo assai più presto allo spegnere affatto cotali soldati.
      E non paja contraddizione il dire; che senza soldati non sussisterebbe il tiranno, dopo aver detto di sopra, che non sempre i tiranni hanno avuto eserciti perpetui. Coll'accrescere i mezzi di usare la forza, hanno i tiranni accresciuta la violenza in tal modo, che se ora quei mezzi scemassero, verrebbe di tanto a scemare nei popoli il timore, che si distruggerebbe forse la tirannide affatto.


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Della tirannide
di Vittorio Alfieri
1800 pagine 120