E da quali armi mai? da qual vera forza? dalle armi e forza del tiranno, che politicamente e religiosamente gli opprime. Dunque, dovendo i popoli temere l'armi di chi li governa, in una cosa che dovrebbe essere ad arbitrio di ciascuno il crederla o no, ne risulta che chi governa tai popoli, di necessità è tiranno; e che essi, attesa questa loro sforzata credenza, non sono, né possono farsi mai liberi. Ed in fatti, né Atene, né Sparta, né Roma, né altre vere ed illuminate repubbliche, non isforzarono mai i lor popoli a credere nella infallibilità degli oracoli; né, molto meno, a rendersi tributarj e ciecamente obbedienti a niuno lontano sacerdozio.
LA INQUISIZIONE, quel tribunale sì iniquo di cui basta il nome per far raccapricciare d'orrore, sussiste pur tuttavia più o meno potente in quasi tutti i paesi cattolici. Il tiranno se ne prevale a piacer suo; ed allarga, o ristringe la inquisitoria autorità, secondo che meglio a lui giova. Ma, questa autorità dei preti e dei frati (vale a dire, della classe la più crudele, la più sciolta da ogni legame sociale, ma la più codarda ad un tempo) quale influenza avrebbe ella per se stessa, qual terrore potrebbe ella infondere nei popoli, se il tiranno non la assistesse e munisse colla propria sua forza effettiva? Ora, una forza che sostiene un tribunale ingiusto e tirannico, non è certamente né giusta né legittima: dove alligna l'Inquisizione, alligna indubitabilmente la tirannia; dove ci è cattolicismo, vi è o vi può essere ad ogni istante l'Inquisizione: non si può dunque essere a un tempo stesso un popolo cattolico veramente, e un popolo libero.
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