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      Una classe di uomini principali, e non amovibili membri del governo, ov'ella fosse creata dalla vera virtù e dai liberi suffragj di tutti, vi riuscirebbe veramente onorevole, e giustamente onorata; e grandissima emulazione di virtù si verrebbe ad accendere fra i concorrenti ad essa. Ma, se disgraziatamente ereditaria una tal classe si ammette, ancorch'ella si creasse da liberi e virtuosi suffragj, tuttavia ad ogni individuo inglese che verrà creato nobile ereditario, si perderà per tal mezzo una intera stirpe, che così viene staccata dall'interesse comune, deviata dal vantaggio di tutti, e privata di ogni emulazione al ben fare. Quindi è, che i nobili in Inghilterra, ancorché alquanto meno dannosi che nelle tirannidi, potendovi pure essere moltiplicati dal re ad arbitrio suo, e senza alcun limite; credendosi essi maggiori del popolo; essendovi e più ricchi, e più sazj, e più oziosi, e più guasti assai che non è il popolo; i nobili in Inghilterra saranno in ogni tempo maggiormente propensi all'autorità del re, il quale creati gli ha e spegnerli non potrebbe, che non all'autorità del popolo, il quale non può creargli e li potrebbe pure distruggere. In Inghilterra perciò (come sempre sono stati altrove) i nobili saranno, o già sono, i corrompitori della libertà; ove, prima di ciò, abbattuti maggiormente non siano dal popolo. Ma, non essendo la repubblica il mio tema, abbastanza, e troppo lungamente forse, ho io parlato fin qui dei nobili nelle repubbliche. Mi convien dunque ora lungamente ragionare dei nobili nelle moderne nostre tirannidi.


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Della tirannide
di Vittorio Alfieri
1800 pagine 120

   





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