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      Ma costoro, nella tirannide, sono maggiori, e d'ogni individuo, e dell'universale; perché sono eletti da un solo che può più di tutti; perché non danno conto del loro operare, se non a lui; e perché in somma niun'altra cosa vien loro apposta a delitto dal tiranno, fuorché l'aver dispiaciuto, o arrecato danno a lui solo: il che chiaramente vuol dire per lo più, l'aver giovato, o tentato di giovare, a tutti od ai più.
      Ma, se io abbastanza ho dimostrato (come a me pare) che nelle tirannidi dell'oriente i tiranni adoperano gli stessi mezzi che in queste, esaminiamo ora quali siano le apparenti differenze tra gli effetti; perché vi siano; e se elle siano in favore o in disfavore degli europei.
      Mostransi di rado al pubblico gli orientali tiranni, e inaccessibili sono in privato; i nostri veggiamo ogni giorno: ma il vederli non scema però in noi la paura, né in essi la potenza; e benché lo avvezzarci a quell'oggetto diminuisca alquanto la stupida venerazione per esso, l'odio nondimeno dee pur sempre rimanere il medesimo, e di gran lunga maggiore il fastidio e la noja.
      Difficilissimo è l'accostarsi ai tiranni d'oriente; ai nostri, a qual con lettere o suppliche, a quale in persona, possiamo assai facilmente ogni giorno accostarci: ma, e che ne ridonda? son forse fra noi meno oppressi gl'innocenti ed i buoni? son forse più conosciuti i rei, allontanati, o puniti?
      Gl'impieghi, gli onori, le dignità si conferiscono in oriente agli schiavi più graditi al padrone. Il solo capriccio li dona, e il solo capriccio li ritoglie; ma un ministro o qualunque altro, che spogliato venga di alcuno importante impiego, viene altresì privato per lo più della vita.


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Della tirannide
di Vittorio Alfieri
1800 pagine 120