E da una delle due susseguenti sventure è impossibile cosa di preservarsi. O i figli dell'uomo pensante si educheranno simili al padre; e perciò, senza dubbio, infelicissimi anch'essi: o dal padre riescon dissimili, e infelicissimo lui renderanno. Nati per le triste loro circostanze al servire, non si possono, senza tradirgli, educare al pensare; ma, nati pur sempre per natura al pensare, non può lo sventurato padre, senza tradire la verità il suo onore e se stesso, educargli al servire.
Qual partito rimane adunque nella tirannide all'uomo pensante, quando egli, per somma sfortuna e inescusabile sconsideratezza, ha dato pur l'essere ad altri infelici? È di tal sorta l'errore, che il pentimento non vale; così terribili ne sono gli effetti e così inevitabili, che le vie di mezzo non bastano. Bisognerebbe dunque nelle tirannidi, o soffocare i proprj figliuoli appena son nati, o abbandonargli alla pubblica educazione ed al volgar non-pensare. Questo partito da quasi tutti i moderni padri si siegue, e non è men crudele dell'altro, ma molto è più vile bensì. E, a chi mi dicesse (ciò che anch'io pur troppo so, ancorch'io padre non sia) che troppo alla natura ripugna il trucidare i proprj figliuoli, risponderei; che ripugna alla natura nostra non meno il ciecamente servire all'arbitrio e alla violenza d'un solo: e se poi così bene al servir ci avvezziamo, questo infame pregio in noi non si accresce, se non se in proporzione che si scemano in noi tutti gli altri naturali e veri pregi dell'uomo.
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