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      Il tiranno picciolo dovendo all'incontro usare infiniti rispetti co' suoi vicini, sforzato sarà di rimbalzo ad osservarne anche qualcuno più co' suoi sudditi: onde egli nell'offenderli, massimamente nella roba, dovrà procedere alquanto più guardingo. Ma, volendo egli pur dare sfogo alla sua autorità soverchiante, facilmente verrà ad impacciarsi nei più minuti affari dei privati; ed affacciandosi, direi così, allo sportello di ogni casa, vorrà saperne, e frammettersi nei più minimi pettegolezzi di quelle.
      Nelle tirannidi ampie i miseri sudditi saranno dunque maggiormente angariati, nelle ristrette più infastiditi; ed ugualmente infelici in entrambe: perché agli uomini non arreca minor danno e dolore la noja, che l'oppressione.
     
     
      LIBRO SECONDO
     
     
      CAPITOLO PRIMO
     
      INTRODUZIONE AL LIBRO SECONDO
     
      Ho ragionato nel passato libro, quanto più seppi brevemente, delle cagioni e mezzi della tirannide; e accennata ho di volo una minima parte degli effetti che ne derivano. Non intendo io di aver detto su ciò tutto quel che può dirsi; ma quanto bensì mi parve più importante, e meno detto da altri. Più brevemente ancora ragionerò, in questo secondo libro, dei modi con cui si possa sopportar la tirannide volendola, o non volendola, scuoterla.
     
     
      CAPITOLO SECONDO
     
      IN QUAL MODO SI POSSA VEGETARE NELLA TIRANNIDE
     
      Il vivere senz'anima, è il più breve e il più sicuro compenso per lungamente vivere in sicurezza nella tirannide; ma di questa obbrobriosa morte continua (che io per l'onore della umana specie non chiamerò vita, ma vegetazione) non posso, né voglio insegnare i precetti; ancorché io gli abbia, senza volerli pure imparare, pur troppo bevuti col latte.


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Della tirannide
di Vittorio Alfieri
1800 pagine 120