Pagina (120/120)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Questo desiderio non è reo in se stesso, poiché altro fine non si propone che il vero e durevol vantaggio di tutti. E giunge avventuratamente pure quel giorno, in cui un popolo, già oppresso e avvilito, fattosi libero felice e potente, benedice poi quelle stragi, quelle violenze, e quel sangue, per cui da molte obbrobriose generazioni di servi e corrotti individui se n'è venuta a procrear finalmente una illustre ed egregia, di liberi e virtuosi uomini.
     
     
      PROTESTA DELL'AUTORE
     
      Non la incalzante povertade audace,
      Scarsa motrice a generosa impresa;
      Non l'aura vana, in cui gli stolti han paceD'ogni lor brama in debil fuoco accesa;
     
      Non l'ozio servo, in che la Italia giace;
      Cagion, ah! no, queste non fur, ch'intesaM'ebber la mente all'alto onor verace
      Di far con penna ai falsi imperj offesa.
     
      Un Dio feroce, ignoto un Dio, da tergoMe flagellava infin da quei primi anni,
      A cui maturo e impavido mi attergo.
     
      Né pace han mai, né tregua, i caldi affanniDel mio libero spirto, ov'io non vergo
      Aspre carte in eccidio dei tiranni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della tirannide
di Vittorio Alfieri
1800 pagine 120

   





Italia Dio Dio