Pagina (4/165)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Ma, tutti gli uomini buoni si debbono bensì dolere, e non poco, che queste penne mendaci si trovino, ed anche a vil prezzo; e che spesso i più rari ed alti ingegni si prostituiscano a dar fama ai più infimi; e che, in somma, tentando d'ingannare i posteri, gli scrittori disonorino la loro arte e se stessi.
      Principi, che non proteggete le lettere, a voi indirizzo questo primo mio libro, che specialmente tratta dell'aderenza principesca coi letterati. A dedicarvelo mi trae una vera e piena gratitudine: poichè, non corrompendo voi scrittori di specie nessuna, schiettamente pervenite a mostrarvi tali appunto quai siete, sì alle presenti, che alle future età; se quelle pur mai nominare vi udranno.
     
     
     
      CAPITOLO PRIMO.
     
      SE IL PRINCIPE DEBBA PROTEGGER LE LETTERE.
     
      Protezione, onori, incoraggimenti, mercede; odo per ogni parte gridare dalla ingorda turba, che delle sacre lettere (come d'ogni più rea cosa) vuol traffico fare e guadagno. Ma, che altro per lo più da queste grida ridonda, se non la viltà del chiedere e l'obbrobrio delle ripulse?
      Risponde il principe: Che i letterati sono inutili al ben pubblico (il quale da lui vien tutto riposto in se stesso); che riescono talvolta dannosi e nocivi alla perfetta obbedienza, come indagatori di cose che debbono rimanere nascoste; e che ad ogni modo sono i letterati più assai da temersi che non da pregiarsi.
      Io mi propongo di trattare profondamente, per quanto il saprò, queste politiche questioni qui accennate. E da prima, investendomi io, per quanto il potrò, del pensare del principe, anderò investigando in questo primo libro le ragioni che militano in lui a favore e contro alle lettere; e se debba egli quindi proteggerle, o no.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165