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      E questa effimera distinzione, a cui non so qual nome si aspetti, per mezzo di una mediocre virtù protetta da una assoluta potenza, si ottiene. Ma il tempo, vendicator d'ogni torto, la riduce anche in polve ben presto, insieme colla stolta superbia e colla debile fama del protettore.
      L'uomo che è nato capace d'esser sommo in un'arte, se alla naturale capacità egli aggiunge la tenace risoluzione di volersi far tale, io credo che prima d'ogni altra cosa egli debba piacere a se stesso; e per ciò, innanzi tutto, conoscere, stimare, e temere se stesso. Gli altri, sono uomini anch'essi; ma i più son minori di lui, e i pochi suoi eguali, o sono da invidia e da altre passioncelle acciecati, o essendo in tutto dediti a speculazioni diverse dalle sue, raramente sono giudici competenti, illuminati, e caldamente spassionati, dell'arte sua.
      Il bello, sinonimo perfettamente del vero, è uno in ogni arte: ciascun uomo più o meno lo sente; ma chi può mai tanto sentirlo, quanto colui che lo può eseguire? Mille ostacoli impediscono il retto giudizio degli altri; ma, freddato interamente quell'impeto che allo scrittore era necessario pur tanto al creare, nulla può impedire in appresso il suo retto giudizio su le proprie opere; purchè soltanto egli voglia giudicarle da quella prima impressione che ne riceve il suo intelletto nel rileggerle, o farsele rileggere, allorchè non sono più affatto presenti alla di lui memoria. Il che può accadere facilmente a quel tale scrittore che avrà il savio metodo di far succedere l'una sua opera all'altra, per modo che lungamente le prime riposino.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165