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      Alessandro ai Greci non giovò, poichè dalla epoca sua si deve ripetere la intera cessazione della lor libertà, per cui sola i Greci si erano creati il primo popolo della terra: ai Persj non giovò, poichè distruggea il loro impero, smembrandolo: agli altri popoli del globo non arrecò nè utile, nè danno: ai principi nati dopo lui, e che senza le sue virtù imitare lo vollero, gran danno arrecò; e più ancora ai popoli posteriori, che furono di quelle mal nate abortive ambizioni la vittima: Alessandro, in fine, alla universalità delle successive generazioni null'altro lasciò di se stesso, se non il terrore, o la maraviglia, del nome.
      Ciro giovò ai Persj fondando il loro impero, e assicurandolo con savie leggi; per quanto pure elle siano combinabili col governo d'un solo. Ma Ciro, come avviene in ogni principato, assai più giovò ai suoi successori re, che non ai suoi popoli. E in prova di ciò, tolta una certa disciplina militare, che neppur molto durava, e che in nulla era da paragonarsi alla greca e romana dappoi, in qual virtù, in quale arte divennero mai eccellenti i Persiani? quai lumi ebbero? quali ne arrecarono alle soggiogate nazioni? quai tratti di sublime grandezza d'animo ci hanno tramandati le loro storie? dove sono le loro storie? Un vasto e muto silenzio di molti secoli, interrotto di tempo in tempo da milioni di schiavi armati, e sempre disfatti da poche centinaia di Greci liberi, ogniqualvolta all'Europa affacciavansi; è questa la storia della nazione che nacque dalle leggi di Ciro: e se i greci scrittori stati non fossero, nè di Ciro, nè de' suoi Persj, il nome pure pervenuto sarebbeci.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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