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      Avrà osservato che nel consigliare io i principi a proteggerle, ho bastantemente accennato di quali lettere io intendessi di parlare, e di qual protezione: ed era, di quelle mezze lettere, che per essere oggimai sparse ed allignate per tutto, impedire più non si possono; lettere, che per essere elle, non già il sommo prodotto dell'umano ingegno, ma il saggio appena di esso, e che nascendo già avvilite, e inceppate, non possono mai per ricevuta protezione menomarsi. Così parimente avrà rilevato il lettore, che io nel consigliare, supplicare, e dimostrare ai letterati, che mai non debbono essi lasciarsi protegger dal principe, ho inteso di parlare soltanto a quei pochi, i quali avendo ali proprie per trarsi dalla classe volgare, se stessi e le lettere farebbero scapitare d'assai, se da vergognosa protezione invischiati rimanessero.
     
     
     
      CAPITOLO SECONDO.
     
      SE LE LETTERE POSSANO NASCERE, SUSSISTERE, E PERFEZIONARSI, SENZA PROTEZIONE.
     
      Il solo titolo che promuove una sì fatta quistione, mi pare a bella prima una cosa interamente degna di riso. Egli è lo stesso per l'appunto, come il muovere quest'altra: Se sia vero che abbiano esistito e scritto, un Platone, un Cicerone, un Locke, e la lunga serie di tanti altri e Greci, e Romani, ed Inglesi sommi; i di cui libri rimanenti e palpabili immediatamente la sciolgono.
      Ma la viltà moderna, che si fa riparo ed usbergo di se stessa, non osa pure, abbenchè sfacciatissima, negare che tali lettere e sì perfetti letterati senza protezione nessuna esistessero; ma ella afferma bensì, ciò non potere oramai esser più, vista la differenza dei tempi e degli uomini.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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