Il Tasso all'incontro, nato figlio d'un segretario di un principuccio di Sorrento, ancorchè d'alto animo ei fosse, si trovava pure abbagliato dalla corte dei principotti estensi, che bisognoso di tutto lo aveano raccolto.
Ma d'una in un'altra prova, e seguendo io oramai più assai l'impeto del cuore che l'ordine delle ragioni, parmi pure che due se ne presentino a me così forti, che bastino sole a provare l'assunto di questo capitolo. Per convincere anche i più ostinati, che degli scrittori simili a Virgilio ed Orazio ne possono pure nascere e sussistere senza protezione, basta l'esempio del nostro Petrarca. Questi, per quanto le moderne povere e inceppate lingue ardiscano correre a prova delle due bellissime antiche, diede alla nostra una tale lirica sublimità ed eleganza, che non si andò mai più oltre. Il divino Petrarca, nel fraseggiare imitato con poca felicità, e con assai minore negli affetti, non è tuttavia niente sentito nè imitato nell'alto e forte pensare ed esprimersi; anzi, sotto un tale aspetto non è conosciuto se non da pochissimi. Così, a convincere che degli scrittori meno simili ai sopraccennati dei tre ultimi bei secoli, ma più simili a quelli del secolo primo d'Atene sussistere potrebbero e perfezionarsi nei moderni tempi, basti soltanto l'esempio di Dante. Se questo poeta non agguaglia sempre gli scrittori d'Atene nell'eleganza o delicatezza, o sia che nol voglia, o che nol creda necessario, o che inventando egli stesso la propria lingua nol possa; non resta certamente egli mai indietro di loro nella profondità, nell'ardire, nell'imitazione, evidenza, brevità, libertà, ed energia; qualità, che quasi tutte non ammettono principato, o che certo almeno protezion non ammettono.
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