Le leggi dei corpi non offendono il principato; le leggi e passioni dell'uomo, alla loro più vera e utile via indirizzate, il principato annullano e sradicano. Dai principi quindi protette sono le scienze per veramente inalzarle; protette le lettere, per avvilirle, deviarle, ed opprimerle: poichè annichilare affatto elle pur non si possono, finchè ci son uomini che leggere sappiano, e passioni che sovra il loro cuore ruggiscano.
Provano dunque, e con prova di evidenza, i semplici fatti; che la protezione non solamente non nuoce alla perfezione delle scienze, ma che le giova non poco; e che al contrario sommamente ella nuoce alla più divina parte delle lettere, cioè alla verità e all'utile che da esse può ridondare. Ma ciò non mi basta; e più oltre spingendomi, dico; che senza protezione non avrebbero mai prosperato le scienze; e che non hanno prosperato mai vere lettere, dove protezione elle avessero. E di passo mi conviene osservare, che la protezion principesca nuoce moltissimo alle lettere anche nella persona di quello stesso scrittore, che non la ricerca. Il proteggere è sinonimo del potere; l'assai potere cagiona sempre il timore. Quel potente che, ricercato, proteggere può un dato scrittore menomandolo, pur troppo può, se egli ne vien dispregiato, impedir lo scrittore, ed opprimerlo. Dalla parola PROTEGGERE non si dee perciò mai scompagnare la parola IMPEDIRE; poichè chi non vuole essere protetto, sarà certamente impedito; ove egli così lontano non si ricoveri, che non meno l'ira che la protezione arrivar non vel possano.
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