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      LA CHIRURGIA pare aver fatto molti più progressi; e certamente gli ha fatti sopra i tempi barbari di mezzo infra i Romani e noi; tempi in cui ogni scienza ed arte perduta si era: ma come sappiamo noi se bene o male operassero gli antichi chirurgi delle colte nazioni? Ogni giorno, con lo scoprimento di inscrizioni, o di pitture, o di instrumenti, o di altro, ci disingannano gli antiquarj su le invenzioni di molte cose moderne, che privativamente ci andavamo attribuendo.
      Ed ecco, a un di presso, gli utili divini effetti che le scienze, di tanto accresciute, hanno recato ai moderni popoli. Esaminiamo ora gli effetti, che hanno arrecato le lettere ai popoli liberi antichi; e fra loro paragonandoli, poniamo in chiaro, se maggiormente giovassero a quelli le lettere, o a noi le scienze; e così, se più nuocesse a quelli la ignoranza nelle scienze, o a noi il deviamento delle lettere.
      Atene, tal ch'ella fu colla sua sublimità e con i suoi difetti; Atene madre d'ogni sforzo di politica virtù, madre di un così bel vivere e libero e civile; Atene in gran parte era pur tale creata da Solone. E Solone, non uomo scienziato, ma letterato era e filosofo; e il cuor dell'uomo profondamente studiato e conosciuto avea, più assai che le leggi dei corpi. Ma, Solone, in un tale e sì importante studio, quanto non avrà egli imparato da Omero profondo conoscitore, descrittore, e commovitore sovrano di tutte le umane passioni ed affetti? E Socrate quindi, e Platone, e Aristotile, e Sofocle, ed Euripide, e Demostene, e Tucidide, e Pindaro, e tutti in somma i sublimi filosofi e letterati di Grecia, figli essi stessi di libertà e dì virtù, non furono poscia costoro in ogni tempo, a chi ben li lesse e sentì, un possente stimolo un irresistibile incentivo al praticare, amare, e difendere la libertà e la virtù? Ed ogni bel vivere civile, ogni virtuoso sforzo dell'uomo, ogni vera e durevole felicità, ogni importante superiorità di un popolo su l'altro; queste cose tutte, non sono elle nate pur sempre da libertà e da virtù? e non sono elle sempre sparite all'apparire della schiavitù, e dei vizj che di necessità ne derivano?


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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