A me pare, che da questo paralello ben meditato si verrà apertamente a conchiudere; Che il vizio dei governi assoluti non osta alle scienze nè in chi scrive, ne in chi legge, nè in chi le protegge: e che, anzi, al promuoverle e perfezionarle, è assolutamente necessaria una protezione qualunque, ancorchè all'inventarle e crearle mortifera ella sia, come ad ogni altra util cosa. Ma, da questo paralello ben meditato, si verrà, spero, altresì a conchiudere; Che al ravviare le lettere, al far rivivere l'antica loro perfezione, e spingerla di qualche cosa più oltre, (il che impossibile non credo) assolutamente vuol essere libertà, e bollente amor di virtù, almeno almeno in chi scrive; ancorchè, all'inventarle e crearle, la distruggitrice tirannide, e la insultante protezione, d'impedimento intero riuscire non possano. Ma, un così forte impedimento son queste alla vera perfezion delle lettere, che la parola perfezione esclude assolutamente per esse ogni protezione di principe, la quale può sola macchiarle.
CAPITOLO QUINTO.
DEI CAPI-SETTA RELIGIOSI; E DEI SANTI E MARTIRI.
Havvi un'altra specie di uomini sommi, che virtù e verità insegnando, al pubblico talvolta giovarono, e a se stessi acquistarono quasi sempre gran fama. Son questi i fondatori delle sette diverse, i santi ed i martiri, così cristiani che giudei, o di altre religioni. Costoro, o scritto abbiano, od operato, come dottissimi nella scienza dell'uomo, io li ripongo pur sempre a ogni modo nella classe dei sublimi scrittori.
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