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      Onde costoro, come uomini senza dubbio ad ogni modo sublimi, meritano, anche dai meno religiosi uomini, ammirazione culto, e venerazione.
     
     
     
      CAPITOLO SESTO.
     
      DELL'IMPULSO NATURALE.
     
      Annoverate ho finora tutte le diverse classi di uomini sommi, che siano da noi conosciute: letterati, scienziati, politici, legislatori, artisti, capitani, capi-setta, santi; e per anche v'ho incluso i principi stessi; per quanto mai possa esser grande questa specie, che tanti grandi uomini d'ogni sopraccennato genere impedisce e distrugge. Ma, di quanti ne ho annoverati, di tutti dico, che sommi veramente non furono mai, nč sono, nč saranno, nč potranno mai essere in nessuna delle nomate classi coloro, che a divenir sommi non avranno avuto per prima base l'impulso naturale.
      Č questo impulso, un bollore di cuore e di mente, per cui non si trova mai pace, nč loco; una sete insaziabile di ben fare e di gloria; un reputar sempre nulla il giā fatto, e tutto il da farsi, senza perō mai dal proposto rimuoversi; una infiammata e risoluta voglia e necessitā, o di esser primo fra gli ottimi, o di non essere nulla.
      Pių laudevole e maggiore debb'essere questo impulso, in proporzione della grandezza del fine che egli si propone, e della grandezza dei mezzi che adopera per conseguirlo. Ma da questo immoderato amore di giovare a se stesso con la gloria, non dee nč puō mai andarne disgiunto l'amore dell'utile altrui. Da questo utile, ampiamente provato coi fatti, si aspetta poi in premio quella testimonianza della propria superioritā, che spontaneamente uscendo dalle bocche degli uomini liberi, sola costituisce la vera fama e la gloria di chi n'č l'oggetto.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165