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      A voler conoscere qual dei due impulsi movesse un dato scrittore, molte volte basta, senza quasi leggere il libro, il sapere chi fosse lo scrittore, ed in quali circostante tempi e luoghi ei scrivesse. Era egli nato libero, o fattosi tale? era egli sprotetto, indipendente, non bisognoso, di alto animo, di nobile e sano costume? milita in favor suo gran probabilità, che egli allo scrivere s'inducesse, unicamente spinto dal proprio impulso naturale. Era egli, all'incontro, nato bisognoso e schiavo; cioè, schiavo politicamente e civilmente? era egli protetto, incoraggito, e diretto? è da credersi, che, o egli sarà stato mosso da impulso artificiale soltanto, o che egli avrà deviato, scambiato, menomato, e appena quà e là conservato il naturale suo impulso, in quei pochissimi squarci dove nessuno dei suoi tanti impedimenti gli avrà tolto di ascoltarlo, e valersene. Ma in questi scrittori, se pur de' tali ve ne possono esser fra i sommi, è sempre più assai da compiangersi il vero scapito loro, che non da godersi il falso nostro guadagno.
      Così, nei nostri tempi e governi, a voler giudicare dei lumi filosofici e delle verità che potrà contenere un nuovo libro, basta per lo più di gittar gli occhi su la data del luogo in cui è stampato. Non dico perciò, che di dove i buoni ed utili libri stampare si possono, nè tutti, nè i più escan buoni; ma dico, che là dove i buoni stampar non si possono (cioè nei due terzi e mezzo di Europa) buoni al certo non potranno esser mai gli stampativi.
      Io paragonerei il frutto di questi due impulsi, artificiale e naturale, alla diversità dei metalli.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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