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      Così gli oratori non intenderanno a laudar la potenza, ma la sola virtù; non al persuadere i principi a giustizia e a clemenza, ma al persuadere i popoli a cercare con più stabilità nelle sole leggi la prima, e a non abbisognar mai di quest'ultima: non al convincere e dimostrare agli uomini con ampollosità di parole, e con sottigliezza di tortuosi argomenti, che la virtù, nell'adattarsi ai tempi consiste, ma al dimostrare che ella veramente consiste nel riadattare i tempi a virtù.
      Così le storie, pochissime allora saranno, e di quelle sole nazioni che di storia sian degne, e che possano servir di modello alle nostre, e d'incitamento al meritare un giorno storia elle stesse. Onde, non di vane battaglie, non di leggende di nomi di principi (nè degni pure di essere nominati) non di raggiretti di corte, non di puerili insipidi e scostumati aneddoti si intesseranno le storie; ma le vittoriose pugne di pochi liberi uomini contro innumerabili eserciti di schiavi; le generose ed utili contese fra la plebe ed i nobili; le atterrate tirannidi; i gastigati tiranni; gli alti esempj di ardire, d'amor patrio, di spregio di ricchezze, di severità nei politici costumi; le focose concioni di magistrati a popoli, e di liberi capitani a liberi soldati: fian queste allora le storie; e storico veramente sarà colui che le scrive.
      Così la lirica poesia, dalle vicende di amore risalirà anche spesso a cantare altamente quelle della virtù e del coraggio. Si udiranno allora degli inni di tal forza, e una così divina fiamma spiranti, che soli basteranno a trasfigurare gli schiavi in cittadini, ed a spingergli in battaglia per crearsi una patria, e creata, difenderla.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165