Di Lodovico decimoquarto non parlerò. Era costui il primo ritrovatore in Europa degli eserciti smisurati e perpetui: onde ben altro danno agli uomini moderni ha egli arrecato coll'accrescere e perpetuare quasi la lor servitù, di quello che alla Francia ei giovasse col darle un teatro, che sospirando esclusivamente d'amore, ai Francesi insegnava a nè pure più sospirare d'amore. Ed in fatti, il vero amore sublime, che pure di tanto innalzar ci può l'animo, e che i francesi nei tempi dei lor paladini aveano bastantemente conosciuto e trattato, non si ritrova più presso loro, dopo che ne è stata stabilita per così dire in teatro la scuola. Tanto è più forte insegnator di ogni vizio l'assoluto governo, che insegnatore di una anche minima virtù il teatro, allorchè, nato egli fra i ceppi, viene come tale dall'oppressore di tutti approvato e protetto. Quindi, l'accrescimento e splendore apparente della monarchia francese da Lodovico decimoquarto in appresso, si deve in molto maggior parte attribuire alla forza e agli eserciti loro, che non alle loro lettere e accademie; le quali, benchè molto perfezionassero la loro lingua, stata fin a quel punto barbara, di pochissimo accrebbero la somma della luce per gli uomini tutti. Nè i francesi filosofi sono stati veramente tali, se non in quanto la loro filosofia accattarono dai liberi e non protetti antichi, o inglesi, scrittori.
Il prodotto dunque di questi tre secoli letterarj era, come io più sopra accennava, il seguente: del primo di Augusto, i Romani di Tiberio, di Nerone, di Caracalla, di Costantino, e della lunga sequela dei susseguenti imperatori in nulla romani: del secondo e terzo letterario secolo dei Leoni e Luigi, ne sono il prodotto i moderni Italiani e Francesi.
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