Ma, del greco secolo era ad un tempo e cagione e prodotto, il popolo sublime di Atene; e quindi in parte fors'anco, per la influenza dei lumi e dell'imitazione, lo stesso popolo di Roma in appresso. Questi due popoli, presi insieme, vengono a comporre la grandezza, felicità, e virtù tutta, quanta fra gli uomini allignare mai ne potesse. E si noti, che figli di quella stessa Atene (ancorchè spurj) si possono poi dir parimente tutti quest'altri tre raggi di non così pura, nè efficace luce, che rischiarando venivano alquanto, ma non abbastanza, le susseguenti nazioni. Ben altro dunque era il fonte da cui nati erano codesti lumi e sforzi dell'umano ingegno, poichè così diverso ne riusciva l'effetto, e così possente ancora, tanti secoli dopo, l'impulso. Quindi a me pare, che il volere originare le vere lettere dai principi, e non dalla libertà, sarebbe come il volere qual più preziosa ed utile pianta sul nostro globo si alligni, attribuirla piuttosto al freddo Saturno, che all'almo vivificante pianeta.
Ma, qual nuova ed altissima cosa non potrebbe egli riuscire un quinto secolo letterario, che per non essere protetto da nessun principe, da nessuno di essi venisse appellato? e che, per essere le sue lettere stesse procreatrici e protettrici di libertà, da essa sola il nome assumesse? Nuovo ei sarebbe per certo; nè perchè non sia stato mai, lo credo io perciò impossibile. L'invecchiare del mondo, e la influenza dei quattro passati secoli letterarj, hanno oramai moltiplicato i mezzi, sminuzzato i materiali, ed appianate tutte le vie.
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Atene Roma Atene Saturno
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