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      Anzi, nello sviluppare le verità importanti, riuscirebbero costoro anche assai più forti e feroci dei Greci: perchè la natura dell'uomo è di maggiormente sentire la privazione delle cose, che non il godimento di esse. Quindi la libertà dottamente studiata da chi appunto per non vi essere nato ardentissimamente la brama, verrà poi vestita da costui di ben altramente focose, terribili, e veraci espressioni, che non da tal altro che tranquillamente già la possiede. E ben altro scalpello ci vuole a scolpire negli umani petti la intensa brama di una cosa non mai posseduta, e quindi appena appena da tali uomini conosciuta, che non ad accrescere in altri il desiderio di mantenere e difendere un bene già prima conosciuto e lungamente gustato. Di tanto dovrebbero in somma, e potrebbero, i moderni sublimi scrittori superare nella forza e nell'utile i più sublimi d'Atene, di quanto per l'appunto i moderni popoli nella conoscenza e pratica del vero minori sono del popol di Atene.
      Se dunque, in vece di effimeri foglietti, libri eccellenti di ogni specie, ed in copia, uscissero alla luce in questi nostri principati, sì per l'utile che arrecherebbero, sì per gli ostacoli superati, un tal secolo letterario sarebbe certamente da pregiarsi assai più d'ogni altro. Ed io insisto, e ripeto, e torno a ripetere; che non è vero che il tutto sia stato già detto. Ma, se pure anche ciò fosse, non tutti leggono tutto ciò che è stato già detto; o per essere in lingue non note abbastanza, o per essere sotto forme difficili e non dilettevoli appresentato, o per non essere in fine adattato al gusto ed ai tempi.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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