Alla custodia di tali e così sacri diritti vegliavano in Roma i tribuni, in Inghilterra la camera dei comuni, e non so finora chi ci veglierà nella nascente libertà dell'America: benchè, per non aver essa nè ottimati nè clero, assai meno necessaria vi sarà tal custodia; poichè tutti non cercano mai di pregiudicare al dritto di tutti. La libertà dunque nasce, e vièri promulgata conservata e difesa da quegli uomini principalmente, che insegnando ai popoli i loro diritti, somministrano loro gli opportuni mezzi al difenderli. La libertà in oltre, è la sola e vera esistenza di un popolo; poichè di tutte le cose grandi operate dagli uomini la ritroviamo sempre esser fonte. In Roma dunque ed in Londra erano e sono necessariamente illuminati e sovrani oratori quegli uomini, cui con sì bel privilegio la libertà destinava e destina a stabilire conservare ed accrescere le più sacre e legittime prerogative di tutti. Ma fra noi popoli servi, che non abbiamo tribuni, chi altri mai ci potrà insegnare a conoscere i nostri diritti, a ripigliarcegli, e a difenderli, se ciò gli scrittori non fanno? e se le lettere, più che ad ogni altra cosa, a questa non giovano; se anzi, fattesi esse ministre di falsità e di lordura, sotto un aspetto pur tanto diverso dalla loro naturale istituzioni primitiva, si veggono appiè del trono in un col servaggio nel fango bruttate; non debbono elle giustamente venir reputate dai popoli per una delle più fetide pesti delle lor società? le sacre lettere, che di tanto traviate, riduconsi pure ad insegnare laudare e proteggere il falso, con quell'arte e lusinga così possente ognora su gli uomini tutti, la elegante eloquenza.
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