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      E si noti per cosa certissima, che la influenza degli scritti, allorchè tendono a rinnovare o confermare una sana opinione, riesce molto superiore al poter delle leggi; appunto perchè il libro cortesemente soggioga col solo convincere, e la legge duramente fa forza coll'assolutamente costringere. Io perciò mi riprometterei piuttosto di pervenire più brevemente e efficacemente a innestare nel cuore di una moltitudine una qualunque verità, porgendogliela replicatamente per via di diletto in una teatrale rappresentazione da tutti intesa e gustata, che non per via di una diretta concione, e molto meno per via di una costringente, ancor che giusta e legittima legge.
      La ragione ed il vero sono quei tali conquistatori, che, per vincere e conquistare durevolmente, nessun'altra arme debbono adoperare, che le semplici parole. Perciò le religioni diverse, e la cieca obbedienza, si sono sempre insegnate coll'armi; ma la sana filosofia e i moderati governi, coi libri.
     
     
     
      CAPITOLO UNDECIMO.
     
      ESORTAZIONE A LIBERAR LA ITALIA DAI BARBARI.(9)
     
      Ma, tra quante schiave contrade nella Europa rimiro, nessuna al nuovo aspetto delle lettere potrebbe più facilmente (a parer mio) assumere un nuovo aspetto politico, che la nostra Italia. Non so, se l'esservi io nato di ciò mi lusinga: ma, ragionando coi fatti, codesta penisoletta è pur quella, che da prima conquistava con l'armi quasi tutto il rimanente del mondo allora conosciuto, e che, conquistando, libera nondimeno ad un tempo rimanea; esempio unico nelle storie.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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