Ed era pure la stessa Italia, quella che, più secoli dopo, tutto di rimanente di Europa illuminava colle lettere e scienze, ricovrate, a dire il vero, di Grecia, ma ben altrimenti oltre ai monti trasmesse, da quelle che d'oltremare ricevute si fossero. Ed è pur dessa, che il rimanente d'Europa ringentiliva dappoi con tutte le divine belle arti, più assai riprocreate da lei, che imitate. Ed è pur quella in fine, che stanca, vecchia, battuta, avvilita, e di tutte altre superiorità dispogliata, tante altre nazioni ancor governava, e atterriva per tanti anni, colla sola astuzia ed ingegno tributarie rendendole. Questi quattro modi con cui la Italia signoreggiava tutte l'altre regioni, abbracciano tutte le umane facoltà e virtù; e fanno indubitabile vivissima prova, che fra i suoi abitatori vi è stata in ogni tempo una assai maggior copia di quei bollenti animi, che spinti da impulso naturale la gloria cercavano nelle altissime imprese; e che diversa, secondo i diversi tempi, ma sempre pur somma riuscivano a procacciarsela. Che più? la moderna Italia, nell'apice della sua viltà e nullità, mi manifesta e dimostra ancora (e il deggio pur dire?) agli enormi e sublimi delitti che tutto dì vi si van commettendo, ch'ella, anche adesso, più che ogni altra contrada d'Europa, abbonda di caldi e ferocissimi spiriti, a cui nulla manca per fare alte cose, che il campo ed i mezzi. Ma il primo dei mezzi ad ogni alto ben fare essendo la verità e la ragione appien conosciute e fortemente sentite, agli italiani scrittori si aspetta per ora di procacciare ai loro conservi per via di un tal mezzo tutti gli altri: alla giusta e nobile ira dei drittamente rinferociti e illuminati popoli si aspetta poscia il procacciarsi e campo e vittoria.
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