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      L'Italia è dunque stata sotto tutti gli aspetti ciò che non sono finora mai state l'altre regioni del globo. E ciò attesta, che gli uomini suoi, considerati come semplici piante, di più robusta tempra vi nasceano: e le piante, nello stesso terreno, rinascono pur sempre le stesse, ancorchè per alcun tempo le disnaturi a forza il malvagio cultore. Parmi in oltre, che l'Italia dal presente suo stato politico possa, più che niun'altra regione di Europa, ricever favore. Divisa in molti principati, e debolissimi tutti, avendone uno nel suo bel centro, che sta per finire, e che occupa la miglior parte di essa, non potrà certamente andare a lungo, senza riunirsi almeno sotto due soli principi, che o per matrimonj dappoi, o per conquista, si ridurranno in uno. Quell'uno poscia, come potentissimo, oltre ogni limite abusando anche in casa del suo eccessivo potere, dagli Italiani (che allora riuniti tutti ed illuminati avranno imparato a far corpo ed a credersi un solo popolo) dagli Italiani riuniti verrà poi allora quell'uno, e la sua fatale unità, abolito, e per molte generazioni abborrito e proscritto. L'Italia in oltre, ha sempre racchiuse in se stessa (più per non scordarsene affatto il nome, che per goderne i vantaggi) alcune repubbliche, le quali benchè affatto lontane da ogni vera libertà, avranno però sempre insegnato agli Italiani, che esistere pur si può senza re; cosa, di cui la colta ma troppo guasta Francia non ardirà forse mai persuadersi(10). L'Italia non è spogliata affatto, nè lo è stata mai, di un certo amore del grande e del bello, che ad altro manifestar non potendosi, traluce pure nei suoi moderni sontuosi edifizj, così privati che pubblici.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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