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      Questo nuovo mio stato di padrone del mio in età di quattordici anni, mi innalzò dunque molto le corna, e mi fece con la fantasia spaziare assai per il vano. In quel frattempo mi era anche stato tolto il servitore aio Andrea, per ordine del tutore; e giustamente, perché costui si era dato sfrenatamente alle donne, al vino, e alle risse, ed era diventato un pessimo soggetto pel troppo ozio, e non avere chi lo invigilasse. A me aveva sempre usato mali termini, e quando era briaco, cioè quattro, o cinque giorni per settimana, mi batteva per anche, e sempre poi mi maltrattava; e in quelle spessissime malattie ch'io andava facendo, egli, datomi da mangiare se n'andava, e mi lasciava chiuso in camera talvolta dal pranzo fino all'ora di cena; la qual cosa piú d'ogni altra contribuiva a non farmi tornar sano, ed a triplicare in me quelle orribili malinconie che già avea sortite dal naturale mio temperamento. Eppure, chi 'l crederebbe? piansi e sospirai per la perdita di codest'Andrea piú e piú settimane; e non mi potendo opporre a chi giustamente voleva licenziarlo, e me l'avea levato d'attorno, durai poi per piú mesi ad andarlo io visitare ogni giovedí e domenica, essendo egli inibito di porre i piedi in Accademia. Io mi facea condurre a vederlo dal nuovo cameriere che mi aveano dato, uomo piuttosto grosso, ma buono e di dolcissima indole. Gli somministrai anche per del tempo dei denari, dandogliene quanto ne aveva, il che non era molto; finalmente poi essendosi egli collocato in servizio d'altri, ed io distratto dal tempo, e dalla mutazione di scena per me dopo la morte dello zio, non ci pensai poi piú. Dovendomi nei seguenti anni render conto in me stesso della cagione di quell'affetto mio sragionevole per un sí tristo soggetto, se mi volessi abbellire, direi che ciò proveniva forse in me da una certa generosità di carattere; ma questa per allora non era la vera cagione, benché in appresso poi, quando nella lettura di Plutarco io cominciai ad infiammarmi dell'amor della gloria e della virtú, conobbi ed apprezzai, e praticai anche, potendo, la soddisfacentissima arte del rendere bene per male.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
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