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      La prima stazione fu di circa quindici giorni in Milano. Avendo io già visto Genova due anni prima, ed essendo abituato al bellissimo locale di Torino, la topografia milanese non mi dovea, né potea piacer niente. Alcune cose che vi sarebbero pur da vedersi, io o non vidi, o male ed in fretta, e da quell'ignorantissimo e svogliato ch'io era d'ogni utile o dilettevole arte, E mi ricordo, tra l'altre, che nella Biblioteca Ambrosiana, datomi in mano dal bibliotecario non so piú quale manoscritto autografo del Petrarca, da vero barbaro Allobrogo, lo buttai là, dicendo che non me n'importava nulla. Anzi, in fondo del cuore, io ci aveva un certo rancore con codesto Petrarca; perché alcuni anni prima, quando io era filosofo, essendomi capitato un Petrarca alle mani, l'aveva aperto a caso da capo, da mezzo, e da piedi, e per tutto lettine, o compitati alcuni pochi versi, in nessun luogo aveva inteso nulla, né mai raccapezzato il senso; onde l'avea sentenziato, facendo coro coi francesi e con tutti gli altri ignoranti presuntuosi; e tenendolo per un seccatore, dicitor di arguzie e freddure, aveva poi cosí ben accolto i suoi preziosissimi manoscritti.
      Del resto, essendo io partito per quel viaggio d'un anno, senza pigliar meco altri libri che alcuni Viaggi d'Italia, e questi tutti in lingua francese, io mi avviava sempre piú alla total perfezione della mia già tanto inoltrata barbarie. Coi compagni di viaggio si conversava sempre in francese, e cosí in alcune case milanesi dove io andava con essi, si parlava pur sempre francese; onde quel pochin pochino ch'io andava pur pensando e combinando nel mio povero capino, era pure vestito di cenci francesi; e alcune letteruzze ch'io andava scrivendo, erano in francese; ed alcune memoriette ridicole ch'io andava schiccherando su questi miei viaggi, eran pure in francese; e il tutto alla peggio, non sapendo io questa linguaccia se non se a caso; non mi ricordando piú di nessuna regola ove pur mai l'avessi saputa da prima; e molto meno ancora sapendo l'italiano, raccoglieva cosí il frutto dovuto della disgrazia primitiva del nascere in un paese anfibio, e della valente educazione ricevutavi.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
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