E proseguitosi in mio nome il processo, la cosa essendo troppo palpabile dai molti testimoni, e dalle confessioni dei diversi personaggi, senza neppure il mio intervento, né il menomo impedimento alla mia partenza dall'Inghilterra, seppi poi dopo ch'era stato ratificato il totale divorzio.
Indiscretamente forse, ma pure a bell'apposta ho voluto sminuzzare in tutti i suoi amminicoli questo straordinario e per me importante accidente, sí perché se ne fece gran rumore in quel tempo, sí perché essendo stata questa una delle principali occasioni in cui mi è venuto fatto di ben conoscere e porre alla prova diversamente me stesso, mi è sembrato che analizzandolo con verità e minutezza verrei anche a dar luogo a chi volesse piú intimamente conoscermi, di ritrovarne in questo fatto un ampissimo mezzo.
CAPITOLO DUODECIMORipreso il viaggio in Olanda, Francia, Spagna, Portogallo, e ritorno in patria.
Dopo aver sopportata una sí feroce borrasca, non potendo io piú trovar pace finché mi cadeano giornalmente sotto gli occhi quei luoghi stessi ed oggetti, mi lasciai facilmente persuadere da quei pochi che sentivano una qualche amichevole pietà del mio violentissimo stato, e mi indussi al partire. Lasciai dunque l'Inghilterra verso il finir di giugno, e cosí infermo di animo come io mi sentiva, ricercando pur qualche appoggio, volli dirigere i miei primi passi verso l'amico D'Acunha in Olanda. Giunto nell'Haia, alcune settimane mi trattenni con lui, e non vedeva assolutamente altri che lui solo; ed egli alcun poco mi consolava; ma era profondissima la mia piaga.
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