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      Sentendomi dunque di giorno in giorno anzi crescere la malinconia che scemare, e pensando che il moto machinale, e la divagazione inseparabile dal mutar luogo continuamente ed oggetti, mi dovrebbero giovare non poco, mi rimisi in viaggio alla volta di Spagna; gita che fin da prima mi era prefisso di fare, essendo quel paese quasi il solo dell'Europa che mi rimanesse da vedere. Avviatomi verso Brusselles per luoghi che rinacerbivano sempre piú le ferite del mio troppo lacerato cuore, massimamente allorché io metteva a confronto quella mia prima fiamma olandese con questa seconda inglese, sempre fantasticando, delirando, piangendo e tacendo, arrivai finalmente soletto in Parigi. Né quella immensa città mi piacque piú in questa seconda visita che nella prima; né punto né poco mi divagò. Ci stetti pure circa un mese per lasciare sfogare i gran caldi prima d'ingolfarmi nelle Spagne. In questo mio secondo soggiorno in Parigi avrei facilmente potuto vedere ed anche trattare il celebre Gian-Giacomo Rousseau, per mezzo d'un italiano mio conoscente che avea contratto seco una certa familiarità, e dicea di andar egli molto a genio al suddetto Rousseau. Quest'italiano mi ci volea assolutamente introdurre, entrandomi mallevadore che ci saremmo scambievolmente piaciuti l'uno l'altro, Rousseau ed io. Ancorché io avessi infinita stima del Rousseau piú assai per il suo carattere puro ed intero e per la di lui sublime e indipendente condotta, che non pe' suoi libri, di cui que' pochi che avea potuti pur leggere mi aveano piuttosto tediato come figli di affettazione e di stento; con tutto ciò, non essendo io per mia natura molto curioso, né punto sofferente, e con tanto minori ragioni sentendomi in cuore tanto piú orgoglio e inflessibilità di lui; non mi volli piegar mai a quella dubbia presentazione ad un uomo superbo e bisbetico, da cui se mai avessi ricevuta una mezza scortesia glie n'avrei restituite dieci, perché sempre cosí ho operato per istinto ed impeto di natura di rendere con usura sí il male che il bene.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
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