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      Aggiungerò una particolarità, ed è: che nessun'altra ragione in quel primo istante ch'io cominciai a imbrattar que' fogli mi indusse a far parlare Cleopatra piuttosto che Berenice, o Zenobia, o qualunque altra regina tragediabile, fuorché l'esser io avvezzo da mesi ed anni a vedere nell'anticamera di quella signora alcuni bellissimi arazzi, che rappresentavano vari fatti di Cleopatra e d'Antonio.
      Guarí poi la mia signora di codesta sua indisposizione; ed io senza mai piú pensare a questa mia sceneggiatura risibile, la depositai sotto un cuscino della di lei poltroncina, dove ella si stette obbliata circa un anno; e cosí furono frattanto, sí dalla signora che vi si sedeva abitualmente, si da qualunque altri a caso vi si adagiasse, covate in tal guisa fra la poltroncina e il sedere di molti quelle mie tragiche primizie.
      Ma, trovandomi vie piú sempre tediato ed arrabbiato di far quella vita serventesca, nel maggio di quello stesso anno '74, presi subitamente la determinazione di partire per Roma, a provare se il viaggio e la lontananza mi guarirebbero di quella morbosa passione. Afferrai l'occasione d'una acerba disputa avuta con la mia signora (e queste non erano rare), e senza dir altro, tornato la sera a casa mia, nel giorno consecutivo feci tutte le mie disposizioni, e passato tutto quell'intero giorno senza capitar da lei, la mattina dopo per tempissimo me ne partii alla volta di Milano. Essa non lo seppe che la sera prima (credo il sapesse da qualcuno di casa mia), e subito quella sera stessa al tardi mi rimandò, come è d'uso, e lettere e ritratto.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
pagine 406

   





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