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      Ed in tante e sí diverse maniere mi aiutai da codesti fierissimi assalti, che alla fine pure scampai dal ricadere in quel baratro. E tra le strane maniere che in ciò adoperai, fu certo stranissima quella di una mascherata, ch'io feci nel finire di codesto carnevale, al publico ballo del teatro. Vestito da Apollo assai bene, osai di presentarmivi con la cetra, e strimpellando alla meglio, di cantarvi alcuni versacci fatti da me, i quali anche con mia confusione trascriverò qui in fondo di pagina(4). Una tale sfacciataggine era in tutto contraria alla mia indole naturale. Ma, sentendomi io pur troppo debole ancora a fronte di quella arrabbiata passione, poteva forse meritare un qualche compatimento la cagione che mi movea a fare simili scenate; che altro non era se non se il bisogno ch'io sentiva in me stesso di frapporre come ostacolo per me infrangibile la vergogna del ricadere in quei lacci, che con tante publicità avrei vituperati io medesimo. E in questo modo, senza avvedermene, io per non dovermi vergognar di bel nuovo, in pubblico mi svergognava. Né queste ridicole e insulse colascionate avrei osato trascrivere, se non mi paresse di doverle, come un autentico monumento della mia imperizia in ogni convenienza e decenza, qui tributare alla verità.
      Fra queste sí fatte scede io mi andava pure davvero infiammando a poco a poco del per me nuovo bellissimo ed altissimo amore di gloria. E finalmente dopo alcuni mesi di continui consulti poetici, e di logorate grammatiche e stancati vocabolari, e di raccozzati spropositi, io pervenni ad appiccicare alla peggio cinque membri ch'io chiamai atti, e il tutto intitolai Cleopatra tragedia.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
pagine 406

   





Apollo Cleopatra