L'acume, grazia e leggiadria delle di lui osservazioni su quella mia infelice Cleopatra farebbero ben bene ridere il lettore, se io avessi il coraggio di mostrargliele; ma elle mi scotterebbero troppo, e non sarebbero anche ben intese, non avendo io ricopiato che i soli primi quaranta versi di quel secondo aborto. Trascriverò bensí la di lui letterina(8) con la quale mi rimandò le postille, e basterà a farlo conoscere. Io frattanto avea aggiunta una farsetta, che si reciterebbe immediataniente dopo la mia Cleopatra; e la intitolai I poeti. Per dare anco un saggio della mia incompetenza in prosa, ne trascrivo uno squarcio(9). Né la farsetta però, né la tragedia, erano le sciocchezze d'uno sciocco; ma un qualche lampo e sale qua e là in tutte due traluceva. Nei Poeti aveva introdotto me stesso sotto il nome di Zeusippo, e primo io era a deridere la mia Cleopatra, la di cui ombra poi si evocava dall'inferno, perch'ella desse sentenza in compagnia d'alcune altre eroine da tragedia, su questa mia composizione paragonata ad alcune altre tragediesse di questi miei rivali poeti, le quali in tutto poteano ben essere sorelle; col divario però, che le tragedie di costoro erano state il parto maturo di una incapacità erudita, e la mia era un parto affrettato di una ignoranza capace.
Furono queste due composizioni recitate con applauso per due sere consecutive; e richieste poi per la terza, essendo io già ben ravveduto e ripentito in cuore di essermi sí temerariamente esposto al pubblico, ancorché mi si mostrasse soverchio indulgente, io quanto potei mi adoprai con gli attori e con chi era loro superiore, per impedirne ogni ulteriore rappresentazione.
| |
Cleopatra Cleopatra Poeti Zeusippo Cleopatra
|