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      Perché quei tre anni fissi di stampa, e di guai continui, mi aveano veramente prosciugato il corpo e l'intelletto. L'aprile poi vedendo sempre piú imbrogliarsi le cose in Francia, e volendo almeno tentare se piú pace e sicurezza si potrebbe altrove trovare; oltreciò la mia donna spirandosi di vedere l'Inghilterra, quella sola terra un po' libera, e tanto diversa dall'altre tutte, ci determinammo di andarvi.
     
     
     
      CAPITOLO VIGESIMOPRIMOQuarto viaggio in Inghilterra e in Olanda. Ritorno a Parigi dove ci fissiamo davvero, costrettivi dalle dure circostanze.
     
      Si partí dunque verso il fine d'aprile del '91, ed avendo intenzione di starvi del tempo, ci portammo i nostri cavalli, e si licenziò la casa in Parigi. Vi si arrivò in pochi giorni, e il paese piacque molto alla mia donna per certi lati, per altri no. Io invecchiato non poco dalle due prime volte in poi che ci era stato, lo ammirai ancora (ma un poco meno), quanto agli effetti morali del governo, ma me ne spiacque sommamente, e piú che nel terzo viaggio, sí il clima, che il modo corrotto di vivere; sempre a tavola, vegliare fin alle due o tre della mattina; vita in tutto opposta alle lettere, all'ingegno, e alla salute. Passata dunque la novità degli oggetti per la mia donna, ed io tormentatovi molto dalla gotta vagante, che in quella benedetta isola è veramente indigena, presto ci tediammo dí essere in Inghilterra. Succedé nel giugno di quell'anno la famosa fuga del re di Francia, che ripreso in Varennes, come ciascun seppe, fu ricondotto piú che mai prigioniero in Parigi.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
pagine 406

   





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