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      Stesi anche una prosa storico-satirica su gli affari in Francia, compendiatamente, la quale poi, ritrovatomi un diluvio di composizioni poetiche, sonetti, ed epigrammi su quelle risibili e dolorose vertenze, ed a tutti que' membri sparsi volendo dar corpo e sussistenza, volli che quella prosa servisse come di prefazione all'opera che intitolerei Il misogallo; e verrebbe essa a dare quasi ragione dell'opera.
      Ravviatomi cosí a poco a poco allo studio, ancorché forte spennacchiati nell'avere, sí la mia donna che io, tuttavia rimanendoci pur da campare decentemente; ed amandola io sempre piú, e quanto piú bersagliata dalla sorte, tanto piú riuscendomi ella una cosa e carissima e sacra, il mio animo si andava acquetando, e piú ardente che mai l'amor del sapere mi ribolliva nella mente. Ma allo studio vero quale avrei voluto intraprendere, mi mancavano i libri, avendo definitivamente perduti tutti i miei in Parigi, né mai piú pure richiestili a chi che si fosse, e salvatine soli un 150 volumi circa di picciole edizioncelle di classici che portai meco. Quanto poi al comporre, benché io avessi il mio piano ideato per altre cinque almeno tramelogedie, sorelle dell'Abele, attese le passate ed anche le presenti angustie dell'animo, mi si era spento il bollore giovenile inventivo, la fantasia accasciata, e gli anni preziosi ultimi della gioventú spuntati ed ottusi, direi, dalla stampa ed i guai che per piú di cinque anni mi avean sepolto l'animo, non me la sentivo piú; ed in fatti dovei abbandonarne il pensiero, non mi trovando piú il robusto furore necessario ad un tale pazzo genere.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
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