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      Cosi disposto, e appurato del mio secondo patrimonio poetico, smaltatomi il cuore, aspettava gli avvenimenti. Ed affinché al mio vivere d'ora in poi se egli si dovea continuare venissi a dare un sistema piú confacente all'età in cui entrava, ed ai disegni ch'io mi era già da molto tempo proposti, fin dai primi del '99 mi distribuii un modo sistematico di studiare regolarmente ogni settimana, che tuttora costantemente mantengo, e manterrò finch'avrò salute e vita per farlo. Il lunedí e martedí destinati, le tre prime ore della mattina appena svegliatomi, alla lettura, e studio della Sacra Scrittura; libro che mi vergognava molto di non conoscere a fondo, e di non averlo anzi mai letto sino a quell'età. Il mercoledí e giovedí, Omero, secondo fonte d'ogni scrivere. Il venerdí, sabato, e domenica, per quel prim'anno e piú li consecrai a Pindaro, come il piú difficile e scabro di tutti i greci, e di tutti i lirici di qualunque lingua, senza eccettuarne Giobbe, e i profeti. E questi tre ultimi giorni mi proponeva poi, come ho fatto, di consecrarli successivamente ai tre tragici, ad Aristofane, Teocrito, ed altri sí poeti che prosatori, per vedere se mi era possibile di sfondare questa lingua, e non dico saperla (che è un sogno), ma intenderla almeno quanto fo il latino. Ed il metodo che a poco a poco mi andai formando, mi parve utile; perciò lo sminuzzo, che forse potrà anche giovare cosí, o rettificato, a qualch'altri che dopo me intraprendesse questo studio. La Bibbia la leggeva prima in greco, versione dei Settanta, testo vaticano, poi la raffrontava col testo alessandrino; quindi gli stessi due, o al piú tre capitoli di quella mattina, li leggeva nel Diodati italiani, che erano fedelissimi al testo ebraico; poi li leggeva nella nostra volgata latina, poi in ultimo nella traduzione interlineare fedelissima latina dal testo ebraico; col quale bazzicando cosí piú anni, ed avendone imparato l'alfabeto, veniva anche a poter leggere materialmente la parola ebraica, e raccapezzarne cosí il suono, per lo piú bruttissimo, ed i modi strani per noi, e misti di sublime e di barbaro.


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Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso
di Vittorio Alfieri
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