Non potendo io dunque fare ciò, che avrei saputo e dovuto, feci soltanto quel pochissimo che poteva per allora; e fu di ripubblicare di nuovo in tutte le gazzette d'Italia il mio avviso del '93, aggiungendovi la poscritta, che avendo udito che si pubblicava in Parigi delle opere in prosa e in versi, sotto il mio nome, rinnovava quel protesto fatto sei anni innanzi.
Ma il fatto si era, che quell'onesto letterato dell'ambasciator Ginguené, che mi avea scritto le lettere surriferite, e che io poi avea fatto richiedere in voce dell'abate di Caluso, giacché egli voleva pure ad ogni costo fare di me, ch'io non richiedeva i miei libri, né altro, ma che solamente avrei desiderato raccapezzar quelle sei balle dell'edizioni non pubblicate, ad impedire ogni circolazione: fatto si è, dico (a quel ch'io mi penso) che il Ginguené ritornato poi a Parigi avrà frugato tra i miei libri di nuovo, e trovatavi una ballottina contenente quattro soli esemplari di quelle quattro opere, se le appropriò; ne vendé forse al Molini un esemplare perché si ristampassero, e le altre si tenne, e tradusse le prose in francese per farne bottega e donò, non sendo sue, alla Biblioteca Nazionale, [...] come sta scritto nella prefazione stessa del quarto volume ristampato dal Molini, che dice non essere reperibile l'edizion prima, altro che quattro esemplari, ch'egli individua cosí come ho detto, e che tornano per l'appunto con la piccola balla da me lasciata fra i libri altri miei.
Quanto poi alle sei balle, contenenti piú di cinquecento esemplari di ciascun'opera non posso congetturare cosa ne sia avvenuto.
| |
Italia Parigi Ginguené Caluso Ginguené Parigi Molini Biblioteca Nazionale Molini
|