Approvati l'uno e l'altro dall'amico, li registro qui, perché non si smarriscano. Quanto poi alla collana effettiva, l'eseguirò quanto prima, e la farò il piú ricca che potrò, sí in gioielli, che in oro, e in pietre dure. E cosí affibbiatomi questo nuovo ordine, che meritatolmi o no, sarà a ogni modo l'invenzione ben mia, s'egli non ispetterà a me, l'imparziale posterità lo assegnerà poi ad altri che piú di me se lo sia meritato. A rivederci, o lettore, se pur ci rivedremo, quando io barbogio, sragionerò anche meglio, che fatto non ho in questo capitolo ultimo della mia agonizzante virilità.
VITTORIO ALFIERI
A dí 14 maggio 1803. Firenze.
APPENDICE PRIMA
(cap. XIV)
CLEOPATRA PRIMAAbbozzaccio
SCENA PRIMA Lachesi, Photino
PHOTINODella mesta regina i strazi e l'onte
chi nato è in riva al Nilo ormai non puotedi piú soffrir, alla vendetta pronte
foran l'Egizie genti, ove il consigliodestar potesse un negghitoso core
ché alla vendetta non pospone amore;
LACHESISconzigliata a te par l'alma regina,
son questi i sensi audaci e generosidel tuo superbo cuor, ma piú pietosi
gira ver ella i lumi, e allora in piantoforse sciogliendo i detti giusti e amari
vedrai che pria fu donna e poi reginavedrai
PHOTINOT'accheta, non fu doglia pari
a quella che mi strugge, e mi consuma,
de' Tolomei, l'illustre ceppo ha fine,
con lor rovina il sventurato Egitto,
benché di corte all'aura infida, natonome non è per me finto, o sognato
quel bel di patria nome, che nel petto,
invan mi avvampa, qual divino fuoco;
ma de' stati la sorte allor che pende
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SCENA PRIMA Lachesi Photino Nilo Egizie Tolomei Egitto Nilo
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