quello di civettar dolce prurito.
Oh quanto giubilate, voi zitelle,
se vi trovate aver le madri sciocche!
La scuola fate lí di filastrocche,
che c'infilzate poi, leggiadre e belle.
Dunque, o donne, negar non mi sapreteche la nostra sciocchezza vi fa liete.
Passo agli uomini adesso, e ben distintiin moltissime schiere li ravviso.
Oh quanta gioia appar dei figli in viso,
ch'aver stolidi i padri son convinti!
I lor vizi sen vanno nascondendo.
E se avvien ch'un molesto creditorestufo di passeggiar mova rumore
il buon vecchietto allor paga ridendo.
Ed all'incontro poi li padri avariquanto godon d'aver figliuoli stolti,
è ver che di questi non son molti,
che lor chíedan consigli e non danari.
Da chi poi la stoltezza è piú ch'amata,
la cetra oscuramente quí li addita,
sono que' meschinelli, a cui la vitala dabenaggin nostra ha già donata.
Che diremo de' brutti bacchettoni:
percotendosi il petto, e lagrimucciecostor spargon fra gonzi; alle donnuccie
di soppiatto facendo certi occhioni.
E voi ricchi, ed ignari alti Signorialla volgar stupidità dovete
di comparire ognor quel che non siete.
Via ergetele un tempio, e ognun l'adori.
Voi altri Zerbinotti casca-morti,
che nella testa, neppur testa avete,
altro che freddi semi non chiudete,
se non vi fosser stolti, siete morti.
Voi famelici autori, e che fareste?
E se non fosse il volgo ignaro, e stoltovi si vedria la fame pinta in volto,
chi sa, d'inanizion forse morreste.
Voi d'ogni autor peggiori, che spiatele faccende d'ognuno, e poi le dite,
ed a chi non le cura le ridite,
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Zerbinotti
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