squarcianmi il petto, e non mi fan morire,
né mi lasciano pur riposo, e vita.
Raccapriccio d'orror; l'onore, il regnoprezzo non son d'un tradimento atroce;
ambo mi par di aver perduti; e Antonio,
Antonio, sí, vedo talor frall'ombregridar vendetta, e strascinarmi seco.
Tanto dunque, o rimorsi, è il poter vostro?
ISMENE
Se hai pietà di te stessa, i moti affrenad'un disperato cuor; d'altro non temi,
che non piú riveder quel fido amante?
Ma ignori ancor, se vincitore, o vinto,
se viva, o no...
CLEOPATRAE s'ei vivesse ancora,
con qual fronte, in qual modo, a lui davantipresentarmi potrò, se l'ho tradito?
Della virtú qual è forza ignota,
se un reo neppur può tollerarne i guardi?
ISMENENo, Regina, non è sí reo quel core,
che sente ancor rimorsi...
CLEOPATRAAh! sí, li sento:
e notte, e dí, e accompagnata, e sola,
sieguonmi ovunque, e il lor funesto aspettonon mi lascia di pace un sol momento
Eppur, gridano invan; nell'alma miaservir dovranno a piú feroci affetti;
né scorgi tu questo mio cuor qual sia.
Mille rivolgo altri pensieri in mente,
ma il crudel dubbio, d'ogni mal peggiore,
vietami ognor la necessaria scelta.
ISMENE(32)
Cleopatra, perché prima sciogliestil'Egize vele all'aura, allor che d'Azio
n'ingombravano il mar le navi amiche?
E allor che il Mondo, alla gran lite intento,
pendea per darsi al vincitore in preda,
chi mai t'indusse a cosí incauta fuga?
CLEOPATRAAmor non è, che m'avvelena i giorni;
mossemi ognor l'ambizion d'impero.
Tutte tentai, e niuna in van, le vie,
che all'alto fin trar mi dovean gloriosa:
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Antonio Regina Egize Azio Mondo
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