ogni passione in me soggiacque a quella,
ed alla mia passion le altrui serviro.
Cesare il primo, il crin mi cinse alterodel gran diadema: e non al solo Egitto
leggi dettai, che quanta Terra oppressaavea già Roma, e il vincitor di lei,
vidi talora ai cenni miei soggetta.
Era il mio cor d'alta corona il prezzo,
né l'ebbe alcun, fuorché reggesse il Mondo.
Un trono, a cui da sí gran tempo aveala virtude, l'onor, la fè, donata,
non lo volli affidare al dubbio evento,
e alla sorte inegual dell'armi infide...
serbar lo volli: e lo perdei fuggendo;...
vacilla il piè su questo inerme soglio;
e a disarmare il vincitor nemico,
altro piú non mi resta che il mio pianto...
tardi m'affliggo, e non cancella il piantoun tanto error, anzi lo fa piú vile.
ISMENERegina, il tuo dolor desta pietade
in ogni cor, ma la pietade è vana.
Rientra in te, riasciuga il pianto, e miracon piú intrepido ciglio ogni sventura;
né soggiacer: ch'alma regale è forzasi mostri ognor de' mali suoi maggiore.
I mezzi adopra che parran piú prontialla salute, od al riparo almeno
del tuo regno.
CLEOPATRA
Mezzi non vedo, ignoto(33)
della gran pugna essendo ancor l'evento:
né error novello, ai già commessi erroriaggiunger sò, finché mi sia palese.
D'Azzio lasciai l'instabil mar coperto,
di navi, e d'armi, e d'aguerrita gente,
sí che l'onda in quel dí vermiglia, e tintadi sangue fu, di Roma a danno ed onta.
Era lo stuol piú numeroso, e forte,
quel ch'Antonio reggea, e le sue navi,
ergendo in mar i minaccievol rostri,
parean schernir coll'ampia mole i legni
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Egitto Terra Roma Mondo Azzio Roma Antonio
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