QVI . IUXTA . EAM . SARCOPHAGO . VNO / CONDITVS . ERIT . QVAM . PRIMVM [N.d.A.]
APPENDICE SEDICESIMA
(cap. XXVIII)
Veneratissimo Sig. Zio.
Sul punto di abbandonare l'Italia, per forse tornarvi mai piú, mi permetta, Sig. Zio veneratiss., ch'io le parli del sommo rincrescimento che provo nel dovere rinunciare alla speranza che da tempo nudrivo di conoscerla una volta personalmente. Questa mia determinazione, che a me pare dettata da delicatezza, dai molti è nommata eccesso d'amor proprio, e dai piú pregiudizio ridicolo. Forse han ragione; ma non posso far forza alla mia natura che cosí mi dice; e quando mi fosse stato possibile, le minaccie di esiglio perpetuo, di confisca de' miei beni, mi fa in questo punto il Governo Piemontese se non rientro subito; queste sole minaccie basterebbero a riffrancarmi nella già presa determinazione. - Pugnai contro i Francesi quando erano vittoriosi; comminciai a pugnar per essi quando furon vinti, e non posso assolutamente determinarmi a lasciarli perdenti.
Credo che non anderà guari ch'io sarò cambiato. Non so quando le numerose ferite ultimamente rilevate mi permetteranno di ritrattar l'armi, certo se guerreggerò non sarà mai in Italia. - Desidero la pace (non la credo prossima), affine di chiamare a me l'amata mia Consorte, virtuosissima Nipote di lei, e l'unico mio Figlio; infinito duolo provo in separarmene; oh, quanto desidererei che lei la conoscesse! Donna piú dolce, piú tenera, di anima piú alta, piú nobile, di sensi piú sublimi, non seppi mai neppure immaginarla.
| |
Sig Italia Sig Governo Piemontese Francesi Italia Consorte Nipote Figlio Donna
|