Ne nacque da tutto ciò una assai strana filosofia, parte colpa le varie fantasie degl'interpreti, parte colpa il Maestro medesimo, che tentò di risalire alle cause prime senza avere debitamente considerati gli effetti; sillogizzò sopra le cose naturali, che avrebbe dovuto innanzi osservare; e usò ne suoi scritti un certo suo linguaggio, o gergo particolare. Il caso è che gli aristotelici stavano quasi sempre in su' generali, senza mai venire al fatto in che che sia. Non d'altro si udivano risonare le scuole che di qualità occulte, di forme sostanziali, di entità, di modalità, e di simili altri nomi senza soggetto, co' quali intendevano render ragione di ogni cosa che avveniva nell'universo, e di ogni effetto di natura. Tale è la scienza che tenne fra noi per più secoli, piena di frivolità e di quistioni senza fine, o sopra l'interpretazione di un testo, onde conseguire qual fosse la mente del Maestro, o sopra soggetti di niuna importanza, ne' quali non sapevasi talvolta qual fosse la mente e l'intendimento di quei medesimi che gli disputavano. Al vedere que' dottori contendere insieme e riscaldarsi, come assai spesso avveniva, pareva che combattessero daddovero; ma vecchi fanciulli non facevano in sostanza che alle bolle di vento.
Sorrise qui un poco la Marchesa, indi prese a dire: - Mi penso che durante tal cicaleccio filosofico, a dir così, e tal divozione verso Aristotele, di gran progressi non avrà già fatti l'umano ingegno nella filosofia. - No al certo - io risposi. - E forse per un gran pezzo sarebbe stata smarrita la buona via; se non che al principio della passata età sorse in Toscana, quasi vindice della ragione, un uomo chiamato per nome Galilei.
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Maestro Maestro Marchesa Aristotele Toscana Galilei
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