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      Ciascuno di essi è un gran pallone di materia sottile, che vorrebbe espandersi per ogni verso ed uscire de' suoi termini; ma egli ne vien contenuto dagli altri vortici che gli sono d'intorno, e che vorrebbon pur fare il medesimo. E come le pietre nelle volte, contrastando l'una con l'altra, si sostengono insieme, così tutti quei vortici, per la loro scambievole e contraria pressione, vengono a equilibrarsi tra loro. Che se il lume che a noi vien dalle stelle non è tutto della medesima vivacità; ciò nasce non dalla più o meno forza del loro vortice, ma dalla varia distanza principalmente in che elle si trovano da noi. Di qui è che il sole, nel cui vortice pur siamo, e la cui lontananza da noi è di soli cento milioni di miglia, al suo apparir
     
      ... turba, e scolorale tante stelle ond'è l'Olimpo adorno.
     
      Tra le stelle poi quella, che col brio della sua luce supera ogni altra, ed e credibile che sia a noi più vicina, è chiamata Sirio. - Forse - disse la Marchesa - che volete dire quella lucidissima stella, che qui in contado è chiamata la bella stella, e che veggiamo ogni sera uscir fuori la prima di tutte, appena tramontato il sole. - Ed io: - Madama, prendete guardia di non confondere due cose di ben differente natura, come un corpo che luce per sé, ed uno che per lucere ha bisogno di altrui; un sole e un pianeta. Vero è che la bella stella (che Venere dagli astronomi è detta), Marte, Giove con gli altri pianeti furono un tempo altrettanti soli, così nello stato primitivo, o secol d'oro dell'universo; ma egli è anche vero che ora sono decaduti da quel grado.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
pagine 223

   





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