La tela rimane pur tuttavia, benché non veduta. - La tela non ha dubbio, - rispos'io subito - rimane dopo il cader del sole; e sopra essa similmente certe disposizioni rimangono nella figura e tessitura delle minutissime parti di quei vari generi di materia, che adoperar sogliono i pittori. Ove sopravenendo appresso la luce secondo la qualità ch'ella prende da esse disposizioni, i suoi raggi ribalzano indietro sotto varie tinte e colori diversi. Per le tenebre poi ogni cosa da capo svanisce, e non è più; come un effetto di quelle disposizioni, e insieme della luce.
La Marchesa recatasi in sé alquanto, riprese a dire in tal modo: - Per verità io ho creduto sempre il color esser nelle cose; e nel prisma o nell'iride esser solo una illusione. - Ed io: - Cotesto toglier via quella distinzione, che comunemente si fa tra i colori veri e gli apparenti, egli è pure un ridur le cose a quella semplicità, che tanto vi va a genio, Madama. Se non che, forse l'amore di voi stessa contende a questa volta col vostro amore per questa medesima semplicità. Troppo vi duole di non dover più tenere e riconoscer per vostro quello su che in grandissima parte si fonda l'imperio delle belle donne. Né io vi posso dar torto che vi mostriate per questo conto un po' difficile col Cartesio. Ma finalmente a chi è tanto o quanto tenero del suo onor filosofico non è lecito di ammettere i principi di un sistema, e non voler poi ammetter le conseguenze che necessariamente da quelli derivano. I corpi non sono altra cosa che materia del terzo elemento; i quali differiscono solamente tra loro per una certa tessitura e configurazione di particelle: e ne' globetti della luce non è altra cosa, che quel moto di rotazione che le particelle de' corpi vi modificano nell'atto di ribalzargli da sé. Questi dipoi muovono l'organo del vedere; e così nasce in noi il concetto del colore.
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Marchesa Madama Cartesio
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