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      Onde questo? mentre certamente al di fuori non ha nè colore, né luce. Non da altro, salvo che dalla pressione del dito, il quale opera così grossamente nell'occhio quello che i raggi di luce vi san fare con tanto maggiore isquisitezza. - Veramente veggo anch'io - disse la Marchesa - che non può stare altrimenti la cosa da quel che voi dite. Ma come è mai che in virtù di un certo moto di rotazione io apprenda il rosso o l'azzurro? Qual corrispondenza ci può egli essere tra i corpi in qualunque modo sieno disposti, e un concetto di colore, una idea, che l'anima forma dentro a se stessa? che pur parmi che i sentimenti dell'anima sieno una faccenda diversa in tutto da qualunque movimento si sia. - Comprendete voi meglio, Madama, - io risposi - qual corrispondenza ci sia tra il dolore, che è pur dell'anima nostra, e la puntura di un ago, che altro non fa che lacerare alcuna fibra della persona; tra un certo moto di un ventaglio maneggiato da dotta mano, e il sentimento ch'e' fa nascere in altrui della speranza? - Ed ella accennando di no: - Pur nondimeno - io soggiunsi - tali cose, benché di differentissima natura, vanno di compagnia: e l'una è cagione, o per lo meno occasione dell'altra. - Si dovrà dunque dire - ripigliò la Marchesa - che tra i movimenti della materia e le idee dell'anima ci sia quella corrispondenza che era negli Elisi tra Enea e l'ombra del padre Anchise. Conferiscono insieme, ragionano, rispondono l'uno all'altro. Ma quante volte Enea tentò di abbracciare Anchise, altrettante se ne tornò con le man vuote al petto.


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Dialoghi sopra l'ottica neutoniana
di Francesco Algarotti
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